dissezione coronarica spontanea
Il “New England Journal of Medicine” (NEJM 2020; 383(24),2358) dedica questa settimana il suo articolo di aggiornamento alla dissezione coronarica, una causa importante, anche se non molto frequente, di infarto miocardico nelle giovani donne.
L’infarto miocardico avviene quando una parte di muscolo cardiaco rimane senza flusso sanguigno per la chiusura improvvisa di uno dei vasi (le coronarie) che lo irrorano. Nella maggior parte dei casi, ciò avviene per rottura delle “incrostazioni” dei vasi sanguigni (placche aterosclerotiche) la cui formazione è favorita da alcuni “fattori di rischio”: età, sesso maschile, abitudine al fumo, diabete, ipertensione arteriosa.
La dissezione coronarica, invece, è uno “slaminamento” della parete del vaso (come accade quando si separa la corteccia dal tronco di un albero non associato a placche aterosclerotiche). La conseguenza è anche in questo caso l’occlusione del vaso stesso e quindi l’infarto, in questo caso il fenomeno avviene prevalentemente in donne giovani (90% sono donne tra 47 e 53 anni, ma non infrequentemente la dissezione può colpire ancor prima, in gravidanza e allattamento). Il motivo di questa preferenza per le donne non è ancora chiarito, ma probabilmente legato agli ormoni. Fattori favorenti possono essere lo sforzo fisico eccessivo, lo stress emotivo, l’uso di stimolanti o stupefacenti.
Il dolore toracico è la manifestazione principale di questa malattia (in genere oppressivo, con irradiazione al braccio, mandibola o collo, spesso con mancanza di respiro o sudorazione fredda). Se vi è diagnosi di infarto, nella maggior parte dei casi si esegue la coronarografia, l’esame che permette di vedere i vasi sanguigni colpiti e di capire se è necessario “aprire” l’ostruzione con l’angioplastica ( cosiddetto “palloncino”). In questi casi tuttavia – nuovamente, a differenza dell’infarto “classico” - è frequente che l’angioplastica non sia indicata: è spesso più difficile e complessa e in molti casi il vaso si riapre spontaneamente con la sola terapia farmacologica.
Una buona notizia è che la mortalità per questo tipo di infarto è nel complesso bassa (1-2% a 1-3 anni); una meno buona è che la possibilità che la dissezione coronarica recidivi è del 17-18% a 3-4 anni. I farmaci betabloccanti sembrano ridurre la possibilità di recidiva.
La dissezione coronarica non è frequente (1% di tutti gli infarti riconoscono questo meccanismo), tuttavia credo sia importante conoscerne l’esistenza per non trascurare sintomi minacciosi ritenendo di non appartenere a categorie “ a rischio”.